Dopo la vittoria ai Golden Globe come miglior film in lingua straniera, adesso La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino sembra avere la strada spianata verso l’Oscar.
Abbiamo chiesto ai nostri allievi del Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo di tracciare un profilo di Paolo Sorrentino, per metterne in luce la genialità, il talento e il lato umano. Buona lettura!
PAOLO SORRENTINO. QUANDO IL TALENTO SI RIFUGIA NEL DILETTO.
La scalata al successo del napoletano “che aveva fatto due lire”, dalla giovinezza al Vomero ai Golden Globe di Hollywood.
“La perdita dei miei genitori a 17 anni, a causa dalla perdita di monossido di carbonio dalla stufa della casa di montagna, mi ha cambiato la vita in tutti i sensi. Se non fosse successo quel tragico incidente, non avrei mai fatto il regista. Da figlio di bancario, avrei seguito le orme paterne. L’essere rimasto orfano mi ha dato l’incoscienza per provarci”. Così racconta l’ormai famoso regista, sceneggiatore e scrittore Paolo Sorrentino.
Napoletano doc, abitava al Vomero “come tutti i napoletani che avevano fatto due lire”, ha cominciato il suo percorso con l’idea che il cinema fosse il rifugio del dilettante. In verità, in Sorrentino c’è sempre stato quel connubio tra diletto e talento. Fin da adolescente, suonicchiava la chitarra mentre sognava di diventare una rockstar con basette lunghissime a cui non vuole rinunciare neanche oggi, giunto all’età di 43 anni.
Dopo primi lungometraggi a livello nazionale, arriva il successo internazionale: nel corso della sua carriera vince diversi nomination, importanti premi come miglior regista esordiente, migliore sceneggiatura fino alla vittoria del Golden Globe per la miglior pellicola in lingua straniera con “La grande bellezza” del 2013. Il suo film rientra nella selezione per la conquista delle statuette dorate. Per l’Oscar 2014, la strada sembra spianata. Ma Sorrentino, da scaramantico partenopeo, taglia corto e attende l'”ipotetica” premiazione conducendo una vita tranquilla, serate domestiche in compagnia della moglie giornalista e i due figli: Anna, la più grande e Carlo il piccolino di casa Sorrentino.
Veronica Ugo
SORRENTINO E POESIA. UN MIX DA GOLDEN GLOBE.
Con “La grande bellezza” il regista napoletano raggiunge l’apice del suo percorso artistico, segnato sempre dalla rappresentazione dell’estremo come unico strumento del reale. Che, sotto sotto, nasconde sempre tanta poesia.
In fondo, il paradiso lo ha sempre accompagnato. “Un paradiso” è il nome del suo primo cortometraggio, datato 1994. Il paradiso è il posto dal quale lo guardano i suoi genitori da quando aveva 17 anni, seguendo la sua scalata verso il successo. Il paradiso del cinema lo conquista il 12 gennaio 2014, quando il suo film “La Grande Bellezza”, vince il Golden Globe come miglior film in lingua straniera.
I suoi film hanno sempre raccontato qualcosa che scavava fino in fondo, fino a casa base. Il passaggio dall’apice al fallimento nel suo “L’uomo in più” che nel 2001 lo lancia verso l’elite, l’amore che sfugge alla razionalità ed al controllo della Mafia nel film “Le conseguenze dell’amore”, la depressione di una ex rockstar che si trasforma in speranza nel suo primo film in inglese “This must be the place”.
Adesso, il vero e proprio exploit con l’ultimo capolavoro. La profonda crisi di uno scrittore all’interno di una Roma disillusa e “cafona”.
Unica la leggerezza con la quale esprime profondamente le tematiche della vita, tutta riassunta nella celebre frase dell’Uomo in più: “La vita, in fondo è na strunzata”.
Forse. Ma il suo modo di raccontarla è semplicemente divino.
Giuseppe Di Giovanni
PAOLO SORRENTINO: IL LATO UMANO DELLA CELLULOIDE
Il successo e la vita del ragazzo che voleva fare lo scrittore e dell’uomo che si è ritrovato a fare cinema.
Nato nel 1970 da una famiglia agiata partenopea, padre direttore di banca e mamma casalinga. Un destino che sembrava segnato per Paolo Sorrentino. Artista sin dalla nascita, si lascia crescere quelle basette lunghissime a cui non ha mai rinunciato.
A 17 anni, Sorrentino pensa che da grande farà lo scrittore. Ma di colpo finisce tutto e tramontano i sogni di gloria artistica. I genitori muiono in un incidente e Sorrentino non sa che fare. Si iscrive ad Economia e Commericio, ma 25 anni molla tutto e si dà al cinema.
«La perdita dei genitori a 17 anni mi ha cambiato la vita: l’essere rimasto orfano mi ha dato l’incoscienza per provarci». Sorrentino si sperimenta con la macchina da presa nel 1994 con il cortometraggio “Un paradiso”, diretto insieme a StefanoRusso. Per diversi anni lavora come aiuto regista e affina la sua arte, per poi cimentarsi nuovamente con il genere del cortometraggio, dirigendo “L’amore non ha confini” nel 1998 e “La notte lunga” nel 2001.
È l’anno della svolta, Sorrentino passa al lungometraggio: un successo, “L’uomo in più”, presentato al Festival di Venezia, si aggiudica il Nastro d’Argento. La consacrazione nel 2004: “Le conseguenze dell’amore” che otterrà cinque David di Donatello e tre Nastri d’Argento.
Ancora un capolavoro nel 2008: “Il Divo”, film in cui il regista napoletano descrive la figura di Giulio Andreotti, interpretato da Toni Servillo. Il film ottiene il Premio della Giuria al Festival di Cannes del 2008. Ed infine, l’ultimo lavoro di Paolo Sorrentino, “La grande bellezza”. A dicembre il film vince agli European Film Awards nelle categorie: miglior film, miglior regista, miglior attore e miglior montaggio. Il trionfo continua: vince il Golden Globe e viene candidato tra i cinque film stranieri all’Oscar.
CARLO PAPA
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