Il mondo del giornalismo tra ufficio stampa e inchiesta

Il settimo weekend del Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo di Eidos Communication è iniziato con un viaggio nel mondo dell'ufficio stampa. A condurci passo passo in questo delicato settore è stato Nicola Bonaccini, giornalista, docente, esperto in comunicazione efficace e social.

«Se sei un addetto stampa, ricorda che la prima domanda da fare ad un potenziale cliente è: dove vogliamo andare? Prima di cominciare qualsiasi lavoro, è fondamentale stilare degli obiettivi e poi tutelarli a tutti i costi. Chiedete al vostro potenziale cliente, ad esempio un politico: lei per cosa vorrà essere ricordato a fine del suo mandato? E’ da lì che si parte per costruire tutta la comunicazione a venire».

Gli strumenti dell'ufficio stampa

Ogni addetto stampa, ha spiegato Bonaccini, ha degli strumenti a sua disposizione, da giostrare e utilizzare in maniera ottimizzata: «Non sempre, ad esempio, una conferenza stampa funziona. Ecco perché a volte un comunicato stampa scritto bene può dare risultati migliori di una conferenza».

Nello specifico, ogni addetto stampa ha a disposizione questi strumenti:

  • comunicato stampa 
  • conferenze stampa (anche se sono ormai obsolete e funzionano soltanto in determinati casi) 
  • mailing list (che possono essere “calde” o “fredde”) 
  • cartelle stampa (la raccolta di tutti i documenti che permettono di spiegare meglio al giornalista l’evento a cui lo avete invitato)
  • comunicazione web (social, blog, ecc.)

Di questi, il comunicato stampa rappresenta lo strumento più noto e più diffuso tra gli addetti stampa, la nota scritta più diretta per comunicare qualcosa agli organi di stampa.

«Lo scopo del comunicato stampa è attirare l’attenzione del giornalista o della redazione a cui viene inviato», ha spiegato Bonaccini. Esistono delle caratteristiche di base e degli elementi obbligatori che non possono assolutamente mancare in un comunicato stampa. Innanzitutto il titolo (anche il sottotitolo è utile), poi il corpo del testo (deve contenere anche link, video, fotografie), i contatti (firma, ruolo, telefono, email…) e i dati logistici dell’evento che si vuole comunicare.

«Ricordatevi che un comunicato stampa non può mai essere troppo lungo, altrimenti il giornalista neanche lo legge: tutto deve rientrare in una pagina di word. Ecco perché il titolo deve essere subito accattivante, così come l’oggetto che inserite nell’email da inviare».

Il giornalismo d'inchiesta

La seconda parte del Master di Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo si è concentrata sul mondo del giornalismo d’inchiesta. A svelarci i “segreti” di una buona inchiesta è stato un docente doc, Franco Fracassi.

«Fare inchiesta vuol dire ricercare costantemente la verità, non fermarsi a ciò che appare o a ciò che gli altri dicono. Molto spesso vogliono soltanto convincerci a vedere le cose in un determinato modo. Fare inchiesta vuol dire andare oltre il mondo delle apparenze».

Attraverso simulazioni, Fracassi ha messo alla prova il nostro senso investigativo spingendoci sempre a ragionare per cercare la verità oltre l’apparenza: «Ipotizzate di dover scrivere un’inchiesta sulla morte di Robert Kennedy. Ipotizzate di essere lì, la notte in cui fu ucciso, e di poter fare domande a tutti quelli che c’erano. Ipotizzate anche di poter intervistare qualcuno a distanza di anni. Raccogliete tutto il materiale e poi vedremo cosa avrete scoperto».

Come realizzare un reportage d'inchiesta

«Così come per un articolo di cronaca, anche le video-inchieste iniziano con degli attacchi che possono essere efficaci o meno efficaci». Fracassi ha spiegato come il “lead” sia fondamentale affinché il pubblico sia portato a continuare la visione del vostro lavoro. Se il “lead” non cattura l’attenzione del telespettatore, dopo i primi tre minuti nessuno vedrà quello che avete fatto.

Attraverso la visione degli inizi di numerose video-inchieste, abbiamo avuto l’opportunità di valutare, di volta in volta, quali “lead” erano mirati e quali no.

«Alcuni attacchi contengono tutte le 5 W, così come nel giornalismo classico, e non funzionano proprio per questo, perché svelano tutto nei primi tre minuti. Altri, invece, sono costruiti attraverso l’utilizzo di cartoni o figure esemplificative, e consentono al pubblico di capire meglio, rendono più facile la comprensione di argomenti settoriali».

L’ironia può essere un ottimo modo per catturare il lettore, così come avviene in Super Size Me, l’inchiesta contro il mondo McDonald's. Un altro esempio può esser quello di Inside Job, dove viene analizzata la crisi mondiale del 2008, o Zero dove l’incipit lascia nel pubblico una curiosità che vuole essere assolutamente saziata.

Il settimo weekend del Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo della Eidos Communication è finito così, tra visioni ed esercitazioni, con la mai sopita voglia di crescere, imparare e migliorare.


VERONICA CROCITTI
Giornalista di nera e giudiziaria, scrittrice, blogger. 
Nata nel freddo Nord, vive nella terra delle belle arance e dei mandorli in fiore da più di vent’anni. Siciliana nel cuore, ama viaggiare e scrivere. Ventisette anni, due lauree, tre lingue sul cv, ha lavorato anche a Washington, Roma e Parigi.
Tra le più grandi passioni: satira, gatti e caffè.


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