Le nove cose migliori dell’essere giornalisti

Qual è il lato migliore della professione giornalistica? Quali sono gli elementi che rendono il giornalismo il mestiere più bello del mondo? Ognuno può avere le sue idee, ma c'è chi ha provato a dare una definizione univoca: sono gli autori del Dizionario Oxford sul giornalismo, capitanati da un ricercatore in scienze del giornalismo presso l'università di Sheffield di nome Tony Harcup; al termine del loro lavoro compilatorio, gli esperti hanno prodotto materiale sufficiente affinché il Guardian riuscisse a riassumere “le nove cose migliori dell'essere giornalisti”. In effetti, ci sono anche le nove cose peggiori, ma iniziamo dal lato mezzo pieno del bicchiere. 

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Le nove cose migliori dell'essere giornalisti 

Ecco gli otto punti migliori dello scegliere la professione giornalistica, riportate dal prestigioso giornale inglese: 

  1. I giornalisti parlano di cose che nemmeno sapevi di non sapere
  2. La loro posizione standard è quella di un sano scetticismo
  3. Sanno che le domande stupide non esistono
  4. Usano le parole in modo da tradurre il gergo tecnico in uno stile che le persone usano davvero
  5. Maneggiano problemi complessi di natura intellettuale, legale, commerciale ed etico ogni giorno, spesso contemporaneamente e ad altissima velocità, il tutto dando l'impressione di farlo con facilità
  6. Hanno pensiero laterale, il che li aiuta a prendere nota dei dettagli (notare che Sherlock Holmes è stato creato da un giornalista)
  7. Parlano apertamente a chi ha il potere (o, almeno, provano a spaventarlo)
  8. Hanno un umorismo macabro che li fa sopravvivere alle storie spesso tetre che raccontano e alle persone ancora più tetre con cui lavorano
  9. Fra colleghi si riconoscono come membri della squadra scomoda della società (e così anche quando hanno lasciato il servizio attivo per dedicarsi ad altro non riescono a smettere di usare il “noi”)

Siete d'accordo? Ci sono anche i lati negativi, è vero: secondo il Guardian i giornalisti sono spesso cinici, a volte molto dipendenti dal proprio editore, capita che siano superbi o nostalgici dei bei tempi andati quando la stampa era un luogo meraviglioso; ma con un po' di impegno sono problemi che si possono risolvere con impegno e creatività.