Le tre notizie inventate che un giornale ha pubblicato

E' successo in Germania, in una testata molto prestigiosa: Der Spiegel ha pubblicamente ammesso che uno dei suoi reporter di punta aveva letteralmente inventato per anni storie e notizie, coprendo di vergogna il giornale.

Ovviamente è stato subito licenziato, con scuse ufficiali da parte del noto settimanale tedesco: lo stesso Claas Relotius ha ammesso di aver “ingannato i lettori in oltre 14 articoli pubblicati”, lavori giornalistici che a volte hanno vinto anche dei premi. 

 

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Per molti Relotius era una delle penne più promettenti della sua generazione, conosciuto, popolare e apprezzato. Non è purtroppo il primo caso in cui un giornalista tradisce la fiducia della testata e dei lettori, confezionando storie e scoop creati di sana pianta: ecco tre esempi, fra più o meno noti. 

 

1) L'intervista al presidente americano che non c'era. 

Nel 1921 il cronista del New York World Louis Seibold vinse il Premio Pulitzer per un'intervista all'allora presidente americano, Woodrow Wilson; nel colloquio, Seibold scrisse che il presidente, allora già molto malato, lavorava anche meglio da quando era indisposto, perché “aveva più tempo di concentrarsi sui dossier”. 


Woodrow Wilson

L'intero articolo venne impostato per mostrare che Wilson era perfettamente in grado di adempiere ai propri impegni: in realtà, Wilson non fece mai quell'intervista, perché stava molto male e la sua soglia di attenzione non superava ormai i 60 secondi

 

Il colloquio fu artefatto dalla moglie e dallo staff del presidente, per fuorviare la pubblica opinione americana: uno dei falsi più dolorosi del giornalismo a stelle e strisce. 

 

2) La vita sulla Luna

Ben prima delle teorie complottiste sul falso allunaggio, nel primo 1800 una pubblicazione si inventò di sana pianta avvistamenti di vita intelligente sul satellite terrestre: fu il prestigioso The Sun a pubblicare una serie di articoli sulla “life on the Moon”.

 

L'astronomo inglese Sir John Herschel, secondo il Sun, sarebbe stato nelle condizioni di mostrare segni di vita sulla Luna, osservati tramite “un telescopio di grandi dimensioni e completamente innovativo”. 

 


Una delle illustrazioni pubblicate da The Sun

 

Era tutto falso, ovviamente: l'astronomo, pur esistente, non aveva scoperto un bel niente; non solo – ed è la cosa più strana – non era nemmeno a conoscenza del fatto che venissero pubblicati articoli su di lui. 

 

Invece il Sun continuò per settimane a pubblicare storie favolose sulle sue scoperte, corredate di illustrazioni e di disegni sugli immaginari abitanti della Luna che avevano però già creato eccitazione in tutto il pianeta. 

 

3) Fabio, Mingo e Striscia la Notizia

Una storia un po' diversa, con due premesse: non parliamo di giornalisti in senso tradizionale e la verità processuale non è ancora acclarata.

 

Fecerò però scalpore le rivelazioni relative al popolare programma “Striscia la Notizia”, dove due degli inviati, il duo comico Fabio & Mingo, si sarebbero resi protagonista di ardite contraffazioni: tenendo all'oscuro l'altra metà del duo, Domenico “Mingo” De Pasquale avrebbe costruito di sana pianta servizi ed inchieste

 

«Awè amici di Striscia! – Mingo, e il buon Fabio, a voi studio!»

Arruolando attori ed inventando trame, il de Pasquale – sono le accuse – avrebbe costruito ad arte contenuto mandato poi in onda: il duo venne sospeso nel maggio 2015 con l'annuncio al pubblico fatto direttamente dal Gabibbo, storica mascotte del programma. 

 

Da allora l'intero caso è passato sotto la giurisdizione dei tribunali che hanno rinviato a giudizio Mingo e la moglie, sua socia, per le ipotesi di reato di “truffa, simulazione di reato, falso, calunnia e diffamazione”.

 

Diversa l'opinione della difesa: “Nel corso dell’udienza preliminare, attraverso la produzione di una copiosa memoria difensiva, documentata, e di una lunga discussione, sono state prospettate ricostruzioni diverse da quelle effettuate dalla pubblica accusa, che troveranno il loro riscontro nel corso del dibattimento”.

 

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