- Marzo 17, 2016
- Posted by: Eidos
- Categoria: Giornalismo
«Sono Michele Ruschioni, datemi del tu perché qui siamo tutti colleghi. In queste quarantotto ore che passeremo insieme voi entrerete nell’officina del giornalismo televisivo, vi sporcherete le mani, capirete metodi e meccanismi. E domani sera guarderete i tg con occhio diverso».
Il quarto weekend del Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo di Eidos Communication è partito alla grande. Giusto il tempo delle presentazioni che già eravamo in strada a “sporcarci le mani” con interviste, stand-up e prove davanti alla telecamera.
«Là fuori c’è il mondo, e io voglio che andiate a scoprirlo. Questo è il giornalismo e questo è il Vox Populi, la voce della gente. Prendete un argomento, una notizia di cronaca riportata oggi sui quotidiani, fatela vostra e poi andate a domandare alle persone cosa ne pensano, quali sono le loro impressioni, i loro commenti».
Per molti di noi è stata la prima volta dinnanzi ad una telecamera. Abbiamo avuto a disposizione quindici minuti a testa per rincorrere turisti e passanti, domandando se il rientro di De Rossi fosse una cosa positiva o quali risvolti avrebbero avuto le nuove creme per il viso low-cost. Setacciavamo le strade e la stazione Termini di Roma in cerca del “nostro mondo da intervistare”. Alla fine lo abbiamo trovato, e siamo tornati in “redazione” con parecchio materiale in mano. Tutto è passato al vaglio del nostro “direttore Ruschioni”, qualcuno promosso con lode, qualcuno elogiato per la telegenia, qualcun altro per la voce ferma e sicura.
«Quando intervistate qualcuno, ricordate sempre che siete voi a fare le domande e condurre il gioco. I servizi devono durare al massimo 90 secondi, perché poi i telespettatori si stancano e cambiano canale. A meno che non stiate facendo lunghe inchieste o reportage».
Gli errori da evitare davanti a una telecamera
Trovarsi davanti a un obiettivo che filma, secondo per secondo, tutto quello che state facendo e dicendo non è mai facile. Soprattutto le prime volte.
«Qualcuno di voi, sicuramente, farà fatica a fissare la telecamera e girerà lo sguardo a destra e sinistra. Ecco il primo errore da evitare, ed ecco il primo errore che molti di voi commetteranno».
Ruschioni sapeva che sarebbe successo, ci aveva avvertito ancor prima di iniziare le interviste. E così è stato. «Più siete incerti – ha poi spiegato – e più tenderete a guardarvi intorno, come se le domande possano venire dalla strada». Sapeva anche che molti di noi si sarebbero dilungati troppo nello stand-up, che qualcuno si sarebbe dimenticato di avere un microfono in mano durante le interviste (muovendolo a proprio piacimento) e che qualcun altro si sarebbe lasciato condurre dagli intervistati piuttosto che dar lui ritmo e lunghezza alle risposte. «Sono errori che, col passare del tempo e con la pratica, dimenticherete. Vi assicuro che già stasera guarderete in tv i vostri colleghi e saprete distinguere quelli bravi da quelli meno bravi».
Come diventare un buon cameramen: riprese e montaggio
La mattinata di domenica è stata interamente dedicata alle tecniche di ripresa. Giusto il tempo di salutarci che già eravamo in piazza con in mano una telecamera. Le istruzioni erano state chiarissime: «Ognuno di voi dovrà realizzare lo zoom di un particolare, una panoramica di 180 gradi e l’inquadratura delle scarpe dei passanti».
Ci siamo cimentati subito e, tra difficoltà e risate, anche stavolta abbiamo portato a termine la nostra missione. Pochissimi di noi avevano già avuto modo di confrontarsi con delle riprese video, con macchine sfreccianti che rovinano l’inquadratura, col vento davanti agli occhi che infastidisce anche i più stoici o con la mano traballante che rende mossi gli zoom e le panoramiche.
«Per le riprese, è tutta una questione di pratica. Esistono dei trucchi per renderle migliori, ad esempio usare degli appoggi, non essere frettolosi negli zoom, rispettare i tempi. Se riprendete una persona che parla ad una platea, cercate di dare al telespettatore l’idea di continuità nello sguardo».
In questo quarto weekend del Master di Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo, Ruschioni è stato una fonte inesauribile di informazioni e preziosissimi consigli. Lui spiegava e noi mettevamo in pratica.
Dopo la pratica mattutina, “carichi” di riprese ed interviste, nel pomeriggio ci siamo “sporcati le mani” nell’officina di montaggio. Tagliare audio, sovrapporre musica e video, eliminare riprese inutili ed inserire pezzi di interviste essenziali sono stati il nostro pane. In poche ore abbiamo scandagliato un mondo fatto di visi, parole, “tagli e cuci”. Un mondo che per molti di noi era totalmente sconosciuto, ma dopo tre ore lo era un po’ meno.
Il giornalista moderno deve saper far tutto
E’ bastato un weekend di master per spingerci ad osare, sempre più, anche nel campo dei video. La consapevolezza che un giornalista deve saper fare tutto, e bene, (sia nel mondo della carta stampata, che in quello radiofonico che in quello televisivo) era ormai un assunto ben interiorizzato. Ma riuscire a metterlo in pratica, grazie alle lezioni della Eidos Communication, continua ad essere una piacevolissima sorpresa.
VERONICA CROCITTI
Giornalista di nera e giudiziaria, scrittrice, blogger. Nata nel freddo Nord, vive nella terra delle belle arance e dei mandorli in fiore da più di vent’anni. Siciliana nel cuore, ama viaggiare e scrivere. Ventisette anni, due lauree, tre lingue sul cv, ha lavorato anche a Washington, Roma e Parigi. Tra le più grandi passioni: satira, gatti e caffè.
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