Osservare, disimparare per imparare. Il ruolo del consulente politico

Analisi di un discorso politico, ufficio stampa e sociologia politica. Questi i nuovi pezzi dell’abito da spin-doctor indossati in questo secondo weekend del Master in Consulenza politica e Marketing Elettorale di Eidos Communication. Ormai, dopo ogni incontro, ci sentiamo sempre più “vestiti” da consulenti politici, sempre più pronti ad affrontare la galassia politica con la borsa piena degli strumenti giusti. Qui, al Master Eidos si “aggiustano” i politici, queste strane vetture che ogni tanto si intasano, si fermano, si guastano e poi ripartono. Noi siamo lì, ai box: analizziamo, smontiamo, valutiamo, proviamo e riproviamo a calibrare il giusto assetto.

Questa volta è tornato a trovarci Nicola Bonaccini, sociologo e giornalista esperto di comunicazione efficace. Dalla sua borsa degli attrezzi ha tirato fuori il discorso di Maria Elena Boschi, precedente la dichiarazione di voto sulla mozione di sfiducia del M5S. Un discorso che passa la nostra revisione? Ai box ne è scaturita un’attenta analisi, frase per frase, espressione per espressione, “sintattica e semantica” per riprendere l’incipit di Bonaccini:

«C’è un significato dietro le singole parole, che resta impresso nella mente del grande pubblico, quasi inconsapevolmente».

Un processo selettivo che ci è stato poi chiaro con lo studio di un discorso “da case history”: quello di Michelle Obama nella campagna presidenziale del 2012. La parola magica è “sintonia”, ci ha spiegato Nicola Bonaccini durante la lezione. Per entrare in sintonia con chi ci ascolta bisogna parlare come il nostro target di riferimento. Un insegnamento chiave che abbiamo poi ritrovato nel finale di questo incontro, nell’esercitazione con risvolti anche divertenti: immedesimarsi nel politico referente. Non è stato facile, bisognava indossare i suoi panni, i suoi valori, le sue idee. Ed è stato un incredibile esercizio retorico anche in fase di backstage.

«Ricordate che noi lavoriamo sulla percezione delle cose, non sulla verità dei fatti» ci ha detto Bonaccini a proposito dello storytelling «bisogna sempre aver chiaro l’immagine finale del politico che seguiamo; quell’immagine che vuole lasciare di sé alla collettività» 

e a quella differenza metodologica tra “loro” (gli elettori, il target immediato) e l’essi (il popolo tutto in senso non più strumentale, ben oltre il momento elettorale).

«All’inizio si definiscono gli obiettivi scandagliando la vita del cliente con la griglia io-noi-loro ed essi. A noi serve capire il finale del romanzo, ossia cosa rimane di ciò che è stato fatto. Per cosa si sarà ricordati? Fondamentale è il discorso dello stile per calibrare la risposta sul cliente (l’Io)»

Dopo aver definito obiettivi e tappe intermedie, si discute del piano di comunicazione: sono tutte quelle analisi preparatorie ma fondamentali per ciò che sarà fatto nella strategia e nella tattica. È il progetto su cui si struttura l’edificio politico del nostro cliente. Bisogna quindi chiedersi cosa comunicare, a quale target e con quali mezzi e modi, circoscrivendo la progettualità attorno un arco temporale definito.

Analizzando lo scenario, per esempio, con i vari contesti, si passa quindi alla swot analysis, che permette di sintetizzare i punti di forza e di debolezza – ma anche la possibilità di minacce esterne e interne – di un dato prodotto, territorio, azienda o progetto. In questa seconda sessione della lezione del Master, abbiamo analizzato le pagine di ricerca Google di Luigi Di Maio, figura di spicco dei 5Stelle e ne abbiamo scoperto la vulnerabilità nella parte che riguarda la generazione dei contenuti da parte degli utenti. Difficile qui non ricordare il film Le Idi di Marzo con George Clooney nei panni di un candidato alle primarie democratiche, alle prese con un segreto scottante che si rivelerà decisivo nella lotta interna al suo staff.

Siamo poi passati, sollevando ulteriormente il velo, ed entrando ancor più a fondo nella “macchina politica”, allo studio dell’ufficio stampa, altro comparto importantissimo, tattico e funzionale alla strategia generale. Le differenze e le strutture diverse tra “Nota” e “Comunicato stampa” in termini di efficienza, ci hanno poi portato alla esercitazione finale. In questa ultima fase della lezione ci siamo immedesimati più volte nel ruolo di consulenti – nello specifico nel comparto stampa – che dovevano preparare una nota stampa in conseguenza di una notizia rilevante ai fini della strategia del nostro cliente.

Nelle varie esercitazioni, che non hanno risparmiato qualche siparietto divertente, abbiamo quindi indossato maschera e indumenti del politico e siamo passati dall’essere meccanici all’essere piloti. E stare alla guida è altrettanto difficile, ve l’assicuro. Bisogna osservare, disimparare per imparare, per citare Star Wars, al fine di interpretare al meglio i valori e il linguaggio del politico che si sta seguendo. Il rischio di sbandare alla prima curva è sempre ravvisabile ma in fondo, ben più importante di saper scrivere una nota stampa, ci è sembrato cogliere, e anticipare, le mosse del nostro cliente, stringendo il bullone intellettuale e allentando quello più tecnico della comunicazione efficace.

Caro Frank, per una volta, vestire i tuoi panni, mi è sembrato più difficile che imparare a guidare… al prossimo tornante!


SANTI CAUTELA

Siciliano. Laureato in Comunicazione Politica all'Università Torvergata di Roma. Giornalista praticante, vignettista e blogger per salvateletica.it. Autore di Kennedy, un socialista alla Casa Bianca (Historica, 2015).

Ho collaborato con l'Avanti onlineIl Secolo d'Italia e altre testate locali siciliane. Amo il mare, House of Cards e la Juve.


Non perderti neanche un weekend del Master in Consulenza Politica e Marketing Elettorale:

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