- Giugno 16, 2015
- Posted by: Eidos
- Categoria: Giornalismo
Nono appuntamento con il Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo. In questo weekend è previsto un approfondimento sulle tecniche di giornalismo radiofonico. In aula, insieme ai nostri allievi, direttamente da Repubblica.it c’è uno speaker d’eccezione: Marco Bracconi.
di LISA HALFON*
Durante il nostro nono appuntamento al Master in Giornalismo e Giornalismo Radiotelevisivo di Eidos Communication grazie all’estro e alla vasta esperienza di Marco Bracconi (caposervizio della sezione politica su Repubblica.it) il nostro gruppo ha potuto approfondire varie tecniche di conduzione radiofonica.
Bracconi inizia col dire che la radio non è un mezzo fine a sé stesso, perché il suo intento principale è rappresentare pienamente l’anima della trasmissione che sarà mandata in onda.
Pertanto, che caratteristiche ha questo “strumento” di comunicazione?
La libertà
La radio deve essere pensata come uno strumento di libertà e di relazioni umane, poiché è nella sua natura costituente creare libere interazioni con gli ascoltatori, e andare oltre gli ostacoli comunicativi che fanno invece parte del mondo web. Certo che per fare radio, e saper entrare in empatia con gli ascoltatori, è molto importante avere il dono della voce: chiara, senza accenti regionali, capace di entrare in contatto con chi è al di là del microfono, e che sarebbe in grado di riconoscerla e associarla a “quella” precisa emittente radiofonica…
La seduzione
Una bella voce e il carisma del conduttore possono ritenersi “doni naturali”, che non si possono studiare a scuola. Ed è vero che chi li possiede ha certamente qualche punto in più rispetto a chi non ha difetti di dizione e vanta una completa gestione delle proprie emozioni…
Il meccanismo della radio può spiegarsi anche seguendo una metafora molto semplice:
Una donna che sta per essere sedotta da un uomo, viene invitata a cena (lei accetta questo invito perché – in qualche modo – è interessata a sentire ciò che il suo corteggiatore userà per corteggiarla… ma nel contempo, non ha nessun vincolo tacito nei confronti del suo spasimante. Questo perché le regole del gioco le permettono (in caso di mancata soddisfazione) di alzarsi dal tavolo iniziale, per andare a fare amicizia con altri corteggiatori. Loro stessi simboleggiano le altre emittenti radio, che sono in continua attesa di una mossa falsa da parte del “collega” di turno.
In radio vige quindi l’importanza della seduzione continua, e del carisma del conduttore (che in tal caso prende le vesti del corteggiatore della donna) nei confronti dei suoi ascoltatori.
Un possibile problema per chi fa radio, è andare oltre il primo ostacolo della gratuità. Infatti, una stazione radiofonica vive di pubblicità e non chiede un compenso fisso da parte di chi la ascolta. Nel contempo, l’ascoltatore deve potersi divertire ascoltando un conduttore parlare, e iniziare a sviluppare un forte “senso di appartenenza” alla stazione radiofonica.
Il tempo
Come fare a rispettare il tempo che regola i meccanismi strutturali della radio? E a “sintonizzarsi” sulla linea del tempo soggettivo (di attenzione individuale) dei propri ascoltatori? È facile, basta mettere in partica alcune regole:
- Inserire nella trasmissione varie forme di comunicazione, capaci di creare diversivi fonetici.
- Inserire dei contenuti registrati, capaci di creare un’alternanza a livello tonale.
- Creare dei collegamenti speciali con inviati in luoghi “caldi”, dove accade qualcosa d’importante.
- Avere in linea o come ospiti in studio, personaggi di alto calibro.
- Avvalersi di un co-conduttore che inserendosi nella trasmissione è in grado di spezzare l’andamento tonale del conduttore principale.
Inserire uno spazio dedicato alle telefonate degli ascoltatori che intervengono, e dicono la loro.
Le variabili che dobbiamo tenere in considerazione per definire – o meno – una trasmissione radiofonica di successo sono:
- L’importanza dell’argomento (ovvero la sua rilevanza fattuale rispetto al genere di ascoltatore).
- La rilevanza degli ospiti contattati – o invitati – in studio.
- La personalità di chi parla e il suo carisma.
Come ho accennato prima, il meccanismo della pubblicità è una caratteristica della radio. Ma non sempre questo mezzo favorisce la permanenza dell’ascoltatore sulla frequenza radiofonica. Quest’ultimo potrebbe essere infastidito dai minuti di promozioni sempre uguali e dai consigli per gli acquisti, scegliendo così di “migrare” verso frequenze “limitrofe”. Per fortuna che, grazie ai suggerimenti di Marco Bracconi, ora sappiamo come rendere questo neo un punto di forza. Pronti a lavorare in radio, possiamo scegliere di adottare due tecniche:
- la prima consiste nell’anticipazione dell’argomento o dell’ospite che si potranno ascoltare a seguito dei minuti di pubblicità.
- la seconda consiste nell’autopromozione della radio stessa e dell’insieme di elementi che definiscono la sua trasmissione. Questa tecnica mira a far rimanere in attesa i nuovi ascoltatori, curiosi di capire ciò che sarà detto in seguito alla pausa pubblicità.
Dopo la teoria, c’è la pratica perché – in gruppi omogenei – iniziamo la simulazione di una scaletta tipo per un telegiornale radiofonico sulle recenti elezioni regionali. Parliamo molto ed elaboriamo insieme una strategia e tempistica ottimale per mantenere alto l’interesse dei nostri futuri ascoltatori.
E accade la magia: come nella radio si trovano voci in osmosi e linee direttrici capaci di creare ponti, quando le nostre diverse e mature competenze riescono a interconnettersi per la creazione del prodotto finale. Il risultato è ottimale, e il nostro docente Bracconi non può che ritenersi soddisfatto del lavoro! Certo c’è da fare sempre attenzione ai punti che a nostro valere, ci mettono alla prova:
- è importante scegliere frasi brevi e dirette
- bisogna fare attenzione alla durata degli interventi
- si deve far attenzione alla coordinazione rispetto alla subordinazione
- occhio al dinamismo nell’uso della voce, e alla necessità di fare pause per prender fiato
- mentre si parla bisogna mantenere una posizione del busto dritta, e aprire il proprio diaframma permettendo così alle corde vocali di mantenere un tono di voce alto, e chiaro.
- In caso di errore non tornare indietro per rimarcare quanto sbagliato, e andare avanti.
Lo spazio
Oltre al TEMPO è importante che il conduttore e le voci della radio riescano a mediare una cura e un’attenzione costante alla variabile dello SPAZIO. Quest’ultima si può definire in questo modo:
- Lo spazio fra il conduttore e l’ascoltatore si può ampliare o restringere attraverso la descrizione degli eventi e del contesto in cui ci si trova.
- La linea a un inviato si può dare descrivendo il luogo e lo spazio in cui egli si muove.
- L’ascoltatore deve essere coinvolto e deve immedesimarsi nel carisma di chi parla, o nelle vicende che saranno descritte dai presenti al momento dell’evento o della vicenda delineata.
Autocontrollo e ironia, attenzione agli ascoltatori e alle loro caratteristiche personali, rispetto dei tempi e degli spazi che si vengono via via a creare durante la conduzione di una trasmissione…
Un mondo plastico, dinamico e dalla forte energia vitale, che richiede però tanto sacrificio ed esercizio personale per lo studio e l’uso della voce. Facendo attenzione a una chiara esposizione verbale di quanto la radio avrà il coraggio di trasmettere. Anche ora mentre la ascoltiamo sul pc, pensando a quanto – grazie al nostro docente Marco Bracconi – abbiamo imparato in questi giorni.
Spazio e tempo, in radio, non avranno più lo spessore semantico di prima.
Del resto le nostre varie e curate esercitazioni pratiche ne sono la prova diretta.
Al prossimo appuntamento! Studiando in vista dell’esame di fine corso :-)))
(*) LISA HALFON si è laureata in Filosofia per poi specializzarsi in Filosofie della Conoscenza: Scienza, Politica e Comunicazione presso l’università La Sapienza di Roma. Da sempre appassionata di multiculturalismo e pratiche della differenza, insegna filosofia e storia e come volontaria della Rete Scuole Migranti. Parla e scrive correntemente in inglese, francese, spagnolo, tedesco ed ebraico. Aspirante giornalista scientifico e membro di diverse associazioni partecipa a diverse iniziative socio-culturali per la cura e la tutela del territorio urbano. Si occupa di progetti in formazione linguistica e comunicazione, con particolare riguardo per la scrittura creativa. Nel suo blog ‘Green Lyrics’ considera varie tematiche, spaziando dall’etica alla politica sociale.
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