Sci, cresce l’attesa per i Giochi Invernali di Russia. Occhi puntati sulla giovane sciatrice.
SOCHI 2014, LA SCOMMESSA DI ELENA FANCHINI
La campionessa italiana, reduce da numerosi infortuni, punta a ripetere l’impresa che la portò alla conquista del Mondiale nel 2005.
Con le due medaglie di bronzo vinte in questa stagione, prima a Beaver Creek(foto) e dopo a Lake Louise, Elena Fanchini si appresta ad affrontare la sfida dei giochi invernali di Sochi 2014 da grande promessa dello sci alpino femminile italiano.
Non saliva sul podio da otto anni la giovane sciatrice della Val Camonica. Sfortunata e caparbia quanto basta da subire numerosi infortuni e rimettersi in pista ogni volta dopo lunghi mesi di stop (nel 2008 addirittura un’intera stagione). Risultati che hanno restituito ottimismo alla 28enne, in vista dell’importante eventoche inizierà il 6 febbraio. “Dopo tutto quello che ho passato in questi anni in termini di infortuni, penso che meritavo una soddisfazione del genere. Adesso ho parecchia fiducia nelle mie qualità”.
Ha già assaggiato il sapore della vittoria nel 2005, sempre a Lake Louise, dove ha vinto il suo primo Mondiale. C’è da scommettere che la fame non l’ha abbandonata. Una sfida con se stessa e con la cattiva sorte, un banco di prova importante per una Fanchini che vuole dimostrare a tutti, ed in primis a se stessa, non solo di esser capace di rimettersi in piedi, ma anche di saper muovere ancora grandi passi verso il successo.
Cristiana Di Cocco
LOLLOBRIGIDA, LA ROMANA D’OLANDA COL
SOGNO OLIMPICO
Immaginate per un attimo di trovarvi in Olanda. E immaginate di chiedere a un abitante del posto se conoscono la Lollobrigida. Sì, lo so che state pensando: “vuoi che gli olandesi non conoscano la grande Gina?” Ed invece, il vostro interlocutore “orange” al 99% vi risponderà: “si che la conosco, la grande… Francesca”.
No, il vostro amico olandese non ha sbagliato nome. Semplicemente, ignorate l’esistenza di Francesca Lollobrigida, 23enne romana, nipote di 2°grado della Gina “nazionale”. E, soprattutto, pluricampionessa mondiale di pattinaggio di velocità su rotelle.
Uno sport bellissimo ma che ha il difetto di non essere olimpico. Per provare l’ebbrezza dei cinque cerchi, quindi, bisogna fare il “grande salto” sul ghiaccio. Francesca lo compie. Ed è un salto che costa sacrifici, come quello di percorrere più volte l’anno la tratta Roma-Baselga di Pinè (TN), dove si allena la Nazionale. Conciliando il tutto con gli studi universitari. Una vita dura, alla quale verso la metà del 2012, Francesca dà una svolta. Si trasferisce a Heerenven, in Olanda, dove il pattinaggio sul ghiaccio è una religione. Divenendo subito una “star”, grazie alle gare vinte nella terra dei tulipani.
Amata nei Paesi Bassi, Francesca in Italia polemizza coi tecnici, che vorrebbero che tutti gli atleti si allenassero a Baselga. Ma, alla fine, la spunta lei. La Lollobrigida, pur continuandosi ad allenare in Olanda, è riuscita a strappare i pass per Sochi 2014 nei 3000 m e nei 5000 m. Sogno olimpico realizzato, dunque. E chissà. Magari, dopo i Giochi, se un turista vi domanderà “Do you know Lollobrigida?”, risponderete senza indugio: “Yes, Francesca”.
Giuseppe Pucciarelli
I sacrifici, gli allenamenti e qualche problema a scuola, ma ora Greta Laurent è pronta per il sogno olimpico.
GRETA LAURENT: LA PRIMA VOLTA ALLE
OLIMPIADI
Un solo traguardo: i Giochi Olimpici di Sochi 2014. Un solo obiettivo: lo sprint a sketting, sci di fondo. A rappresentare il tricolore nostrano nella spedizione russa ci sarà anche Greta Laurent, ventiduenne valdostana, al suo esordio nella rassegna olimpica.
Una soddisfazione costruita passo dopo passo: da bambina era un divertimento mettere la sveglia prima di papà Giorgio per andare alle gare, ma crescendo non dev’essere stato facile guardare le amiche, vestitini e tacchi a spillo, dividersi tra uscite e primi amori, mentre lei sci ai piedi e allenamenti da seguire. Poi s’è messa di mezzo la scuola – “Dal giovedì alla domenica gareggiavo: sapevo già che le interrogazioni del lunedì sarebbero andate male” – e le prime sfortune: “A 17 anni presi la mononucleosima lo scoprii soltanto a fine stagione: mi stancavo subito e non riuscivo a rendere”.
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E mamma Carla s’è fatta in quattro per scoprire cosa succedesse alla sua Greta. Tanti sforzi che verranno ricompensati tra meno di un mese, sulle nevi olimpiche russe, quando cercherà di bissare il prezioso 11° posto ottenuto lo scorso dicembre in Coppa del Mondo.
“È ancora presto per una medaglia – ammette candidamente – però voglio uscire con un buon risultato: mi sono conquistata Sochi a suon di prestazioni e sono carica e motivata per fare bene”.
Stefano Rosso
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